Il MessaggeroVeneto ha pubblicato un interessante articolo intitolato “Laguna inquinata spesi 100 milioni per non risolvere nulla” relativo all’inchiesta sullo stato di inquinamento della laguna di Marano e Grado, sugli illeciti connessi al ciclo dei rifiuti e sui fondi statali erogati per la bonifica dell’area. La foce dell’Aussa Corno è già considerata inquinata tanto che il ministero dell’Ambiente ha stabilito delle limitazioni specifiche per le attività di pesca effettuate nella zona. Nella restante laguna di Marano e Grado è stato riscontrato un inquinamento da metalli pesanti considerato, tuttavia, non così pericoloso per la salute pubblica da vietare completamente le attività di pesca. Per i molluschi prodotti nella zona è stato però introdotto l’obbligo di stabulazione in acqua limpida per un periodo di almeno due mesi in modo da permetterne la depurazione. Si auspica che, non potendo risolvere nell’immediatezza gli illeciti ambientali e la contaminazione dell’area lagunare, almeno i gestori delle aziende alimentari di raccolta e vendita dei molluschi sottostiano alle indicazioni in maniera rigorosa per garantire la tutela della salute del consumatore.