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MENINGITE DA LISTERIA MONOCYTOGENES: DUE CASI IN REGIONE

Anche nell’ultimo mese altri casi di malattie trasmissibili con gli alimenti. Questa volta si  tratta di meningite quella provocata dalla Listeria monocytogenes.

Il MessaggeroVeneto nell’edizione del 31 Luglio 2012 ci parla di due casi in regione verificatisi tra Giugno e Luglio. Due uomini friulani si sono recati al pronto soccorso dell’ospedale di Udine con gli stessi sintomi: febbre alta, mal di testa intenso, disturbi della sfera sensoriale e vomito. Sottoposti ad esame del liquor, è stata evidenziata la presenza del batterio capace di provocare meningoencefalite con esito anche mortale. Fortunatamente questo tipo di meningite, per quanto molto aggressiva, non è contagiosa e grazie alla tempestiva diagnosi i due pazienti si sono completamente rimessi.

COMMERCIO E VENDITA DEI PRODOTTI ALIMENTARI: NO ALL’ABUSIVISMO

Riscontrato in regione un mercato abusivo di generi alimentari organizzato da immigrati dei paesi dell’Est, ucraini in particolare.

Questi vendevano principalmente  a connazionali  prodotti importati dai paesi di origine. L’attività veniva svolta senza alcun tipo di autorizzazione né per il commercio di alimenti né per l’utilizzo di aree pubbliche. La polizia municipale ha fatto scattare il blitz  che ha portato al sequestro dei generi alimentari.

In quell’occasione acquirenti e venditori si sono giustificati dicendo che era un modo per sentirsi più vicino al loro territorio probabilmente inconsapevoli degli adempimenti normativi nazionali correlati alla commercializzazione di alimenti.

Ricordiamo che, oltre alle normative relative al commercio ed agli obblighi fiscali, chi importa e vende alimenti deve sottostare alla normativa nazionale e comunitaria creata allo scopo di garantire la sicurezza alimentare e la tutela del consumatore.

CONTROLLI IN REGIONE: PROSCIUTTO CRUDO DI SAN DANIELE CON NITRATI

Ancora controlli ed ancora irregolarità rilevate nella nostra Regione. Maggio è stato un mese ricco di sorprese e dopo i sequestri della merce già commentati qualche settimana fa ecco che  il 27 Maggio esce una nuova inchiesta sul sequestro di 500 chili di prosciutto crudo di San Daniele nei quali è emersa la presenza di nitrati.

I nitrati sono conservanti utilizzati nelle industrie alimentari ma il loro impiego non è previsto nel disciplinare di produzione del prosciutto crudo di S. Daniele  D.O.P.. Nessun rischio per la salute pubblica quindi ma ancora una volta è stata riscontrata una frode commerciale per la vendita di prodotti alimentari con segnali mendaci (violazione dell’articolo 517 e 517 bis del codice penale).

COSA SI INTENDE PER FRODE SANITARIA E FRODE IN COMMERCIO?

Le frodi alimentari si possono suddividere in:

-FRODI SANITARIE: Si tratta di fatti che rendono nocive le sostanze alimentari e attentano alla salute pubblica. E’ accusato di frode sanitaria  “chiunque detiene per il commercio o pone in commercio o distribuisce per il consumo, acque, sostanze o cose da altri avvelenate, adulterate o contraffatte in modo pericoloso per la salute pubblica”. (artt. 442 e 444 del Codice Penale). Il reato si configura anche per il solo fatto di esporre (porre in commercio) sostanze pericolose, pur se non sono state ancora vendute, oppure anche se si tratta di distribuzione. Un classico esempio di frode sanitaria è l’adulterazione del vino con metanolo.

– FRODI COMMERCIALI: Le frodi commerciali ledono i diritti contrattuali e patrimoniali del consumatore. Si tratta del caso in cui, nell’esercizio di un’attività commerciale, avviene la “consegna all’acquirente di una cosa per un’altra, o diversa da quella dichiarata o pattuita per origine, provenienza, qualità o quantità”(art. 515 del Codice Penale). Non vi è alterazione delle qualità dell’alimento tale da renderlo nocivo, ma un illecito profitto a danno del consumatore. Per configurare una frode in commercio, è sufficiente anche una piccola differenza circa l’origine del prodotto o la provenienza, o sul sistema di preparazione, o sulla quantità (caso tipico è la cosiddetta “vendita per tara merce”, come quando il salumiere pesa furbescamente l’affettato senza sottrarre la tara della carta”).

ALIMENTI CONTRAFFATTI, ADULTERATI ED ALTERATI: FRODI ALIMENTARI NEL MIRINO ANCHE IN REGIONE

Giovedì 10 Maggio 2012 il MessaggeroVeneto riportava un allarmante articolo su un operazione dei militari della guardia di finanza di Pordenone effettuata lo scorso 24 Gennaio ma resa nota solamente in questi giorni.

Nei guai sono finiti i titolari di otto ditte all’ingrosso nelle province di Venezia, Padova, Vicenza, Verona, Parma e Pordenone. Tali aziende sono state denunciate a vario titolo per commercio di alimenti contraffatti o adulterati e per la vendita di sostanze in cattivo stato di conservazione. Parliamo di 130 tonnellate di generi alimentari per un valore complessivo che si aggira intorno al milione e 300 mila euro.

Frodi in commercio e frodi sanitarie sono ancora un problema presente sul territorio e, per questa ragione, risulta fondamentale che gli operatori del settore alimentare, dalle grandi aziende alle microimprese, siano sempre più sensibilizzati al problema ed accresca nella filiera il senso di responsabilità.

Metalli pesanti ed intossicazioni alimentari

La contaminazione ambientale da metalli pesanti (es. piombo, cadmio e mercurio) è diventata una tematica di primaria importanza poiché  strettamente correlata alle attività antropologiche (urbanizzazione ed industrializzazione) ed alla relativa contaminazione degli alimenti.  I metalli pesanti, infatti, possono inserirsi nella catena alimentare mediante contaminazioni primarie (terreno, acqua, aria) o secondarie (attività di trasformazione) fermo restando che le primarie risultano essere le più pericolose poiché difficilmente controllabili.  I metalli pesanti vengono ingeriti mediante gli alimenti in piccole quantità  che tuttavia l’organismo non è in grado di smaltire determinandone il “bioaccumulo”. L’accumulo del contaminante nel lungo periodo porta allo sviluppo di intossicazioni croniche che,  nei casi più gravi, possono perfino determinare il decesso del malato.

Emergenza ambientale nella Bassa Friulana: laguna inquinata da metalli pesanti

Il MessaggeroVeneto ha pubblicato un interessante articolo  intitolato  “Laguna inquinata spesi 100 milioni per non risolvere nulla”  relativo all’inchiesta sullo stato di inquinamento della laguna di Marano e Grado, sugli illeciti connessi al ciclo dei rifiuti e sui fondi statali erogati per la bonifica dell’area.  La foce dell’Aussa Corno è già considerata inquinata tanto che il ministero dell’Ambiente ha stabilito delle limitazioni specifiche per le attività di pesca effettuate nella zona. Nella restante laguna di Marano e Grado  è stato riscontrato un inquinamento da metalli pesanti considerato, tuttavia,  non così pericoloso per la salute pubblica da vietare completamente le attività di pesca.  Per i molluschi prodotti nella zona è stato però introdotto l’obbligo di  stabulazione in acqua limpida per un periodo di almeno due mesi in modo da permetterne la depurazione. Si auspica che, non potendo risolvere nell’immediatezza gli illeciti ambientali e la contaminazione dell’area lagunare, almeno i gestori delle aziende alimentari di raccolta e vendita dei molluschi sottostiano alle indicazioni in maniera rigorosa per garantire la tutela della salute del consumatore.

NASCE LA SCUOLA PERMANENTE DI CELIACHIA

L’Agenzia Nazionale per lo Sviluppo dell’Autonomia Scolastica (ANSAS) del FVG ha varato il nuovo progetto sulla celiachia avviando la “Scuola permanente di celiachia”.

Questo ambizioso progetto si è sviluppato grazie alla collaborazione di diverse realtà quali l’Associazione Italiana Celiachia (AIC), l’Università degli Studi di Udine ed una rete di scuole alberghiere della regione. L’iniziativa è nata con l’obiettivo di informare e formare gli insegnati, le famiglie, la popolazione e i responsabili delle ristorazioni collettive sulla celiachia, malattia genetica ancora poco conosciuta.

La scuola permanente di celiachia permette di acquisire gli strumenti base per comprendere la natura, la fisiologia, l’impatto psicologico di questa intolleranza al glutine ma soprattutto fornisce i mezzi per proporre, anche in ristorazione, alimenti adatti a soggetti celiaci. La scuola permanente di celiachia diventa, dunque, un importante riferimento per i ristoratori che intendono proporre nuove soluzioni gastronomiche ed aumentare la propria professionalità consapevoli del fatto che, in un futuro prossimo, la ristorazione per celiaci sarà finalmente una realtà sempre più diffusa.